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lunedì 15 giugno 2015

Verbale dell’assemblea del Patto Città Consapevole del 9 giugno 2015 - IV Festival Venezia Città Viva




Verbale dell’assemblea del Patto Città Consapevole

Si è tenuta martedì 9 giugno 2015, alle ore 18.00, presso la Scoleta dei Calegheri l’assemblea del Patto Città Consapevole per discutere la preparazione della quarta edizione del “Festival Venezia Città Viva”.

Per dare seguito a quanto è emerso durante le riunioni a tema del Laboratorio della città svoltesi nei mesi invernali, è stato proposto di organizzare il Festival sul tema “Lo spazio del quartiere: trasformare la vicinanza in risorsa”.

Le finalità sono:
·        debanalizzare lo spazio del quartiere,
·        farlo uscire dalla marginalità della cronaca minima,
·        porlo al centro della sperimentazione di relazioni e di interazioni innovative.

E’ stata proposta la definizione di quartiere come spazio dove si svolgono, in sintesi, le seguenti funzioni: abitare, lavorare, giocare, fare cultura, divertirsi, passeggiare, pensare, discutere, creare, inventare.

Nelle fasi preparatorie del festival e durante lo stesso dovrebbero, quindi, essere approfondite, sviluppate una o più delle funzioni individuate, per ricreare un radicamento di coloro che nel quartiere abitano, lavorano, creano, ecc e creare, così, una identità comune. E’ stato anche proposto di fare un’analisi della popolazione urbana che vive nel quartiere.

Dalle esperienze emerse durante il Laboratorio della città, i luoghi principali (provvisori) di riferimento di svolgimento del festival potrebbero essere:
·        Campo S. Giacomo da Lorio
·        Ex Ospedale Umberto I
·        Area Saffa

Questi luoghi sono provvisori e possono esserne aggiunti altri, ad esempio Castello a cura della Società di Mutuo Soccorso dei Carpentieri e Calafati.

Per quanto riguarda la durata, rispetto al consueto calendario che andava dall’ultimo fine settimana di settembre al primo fine settimana di ottobre, è stato proposto di concentrare le attività nei giorni 1, 2, 3 e 4 ottobre. Questo perché è stato riscontrato che, in passato, da una parte c’era stata una eccessiva frammentazione degli eventi del Festival che non permetteva, alle persone che lo desideravano, di seguire gran parte degli eventi stessi e dall’altra che, nell’ultimo fine settimana di settembre, sono in calendario altri eventi annuali (es. festa del Santo patrono di Mestre, festa delle isole a Venezia, ed altri).

E’ stata confermata la possibilità delle Associazioni di organizzare eventi all’interno delle loro sedi o in altri spazi.

La proposta è stata approvata.

Le Associazioni sono invitate a presentare, tramite l’e mail di Patto Città Consapevole, le proprie proposte di evento.
Se si prevede l’utilizzo di spazi pubblici, in particolare all’aperto, è importante comunicarlo entro i primi giorni di luglio (il rilascio dei permessi ha un iter lungo).

Modalità e tempi di realizzazione

·        primi giorni di settembre: incontro per approfondire i temi elencati relativi al quartiere,aperto alle associazioni, gruppi, soggetti attivi sul territorio
·        a metà settembre: coordinamento ed organizzazione degli eventi
·        giorni successivi: presentazione alla stampa del Festival

Il Comitato organizzatore si farà carico, come nelle precedenti edizioni, di presentare le varie domande alle istituzioni pubbliche, di stampare il materiale.


domenica 14 giugno 2015

INCONTRO DELL’11 GIUGNO SUL TEMA DEL DISAGIO



                                                                          
                                         
 










INCONTRO DELL’11 GIUGNO
SUL TEMA DEL DISAGIO

Associazioni  presenti: GRANELLO DI SENAPE, NEMUS, UAAR, METABOLE’
         La riunione, ancorché di dimensione ridotta, rappresenta proprio il cuore di Venezia Città Viva e l’intento è quello di mettere in rapporto una dimensione teorica e filosofica con la realtà della pratica, nel contesto  dell’analisi della cultura del disagio.
         Il disagio fa parte della vita umana e una società che lo nega o lo ignora si chiude e peggiora, mentre accettare la sfida, aprire gli orizzonti di gruppi chiusi  determina il progresso della civiltà occidentale.
         UAAR propone una distinzione dei diversi tipi di disagio e delle cause che lo generano. Ci sono cause oggettive, basate su dati fattuali, di natura economica, sanitaria, sociale come le diversità etniche. E cause soggettive che non sono catalogabili e che colpiscono i soggetti più deboli come bambini, ragazzi, vecchi.
         NEMUS  descrive il disagio giovanile per cause socio economiche, politiche, di ordine materiale o psicologico/culturale. Nei giovani è diffuso un senso di sfiducia, rassegnazione, mancanza di speranza nel futuro e il luogo comune “i giovani non hanno futuro” è la spia di un disagio enorme per l’intera società. Una cultura seria e impegnata dovrebbe produrre progettualità e con l’apporto della filosofia creare , con nuovo slancio educativo , società più libere per tutti, più giuste e fondate sulla solidarietà per tutti.
         Esaminando poi le relazioni sociali all’interno della città emerge  che il luogo, inteso come mappa per guardare fuori e dentro di noi, è venuto a mancare e questo crea disorientamento.  La città oggi ha una struttura modulare: si compone di scatole spostabili da un luogo all’altro secondo criteri di funzionalità; ciò rientra nella logica della modernità  ma costringe a orientare continuamente le nostre relazioni. La città va di fretta ed espelle chi non risponde a certe caratteristiche, perlopiù economiche, attua una selezione e sceglie i cittadini più idonei ai nuovi criteri ma non disposti a coesione sociale.

         Il disagio nasce sempre da una caduta, incapacità di relazione sociale.


         METABOLE’: nelle piccole comunità la socializzazione ancora funziona. Ma ci sono categorie non conosciute come i carcerati/e con i quali dovremmo confrontarci, gli stranieri che vivono tra noi ma di cui non sappiamo nulla rispetto alla vita all’interno delle loro famiglie, e i senza fissa dimora.
         GRANELLO DI SENAPE paragona il carcere della Giudecca che è vissuto come parte della città e S.Maria Maggiore che è invece isolato dalla città. Creare incontri di cittadini per sensibilizzarli al problema è difficile e dipende molto dai rispettivi direttori. Nei due carceri di Padova ad esempio c’è molta disponibilità  per aiutare chi studia o vuole sostenere esami; si propone di portarli ad un confronto.

PROPOSTE: confezionare un pacchetto di informazione sul disagio e offrirlo alle scuole o alla società  attraverso, per esempio, gli studenti in occasione delle “cogestioni” oppure contattando la rete degli insegnanti di storia. I contenuti  potrebbero essere filmati o rappresentazioni  contenenti un messaggio chiaro e stimolante la riflessione. Ci si penserà all’inizio del nuovo anno scolastico per presentarlo nel corso dello stesso.